N° 70 - Tour del Piz Tri

N° 70 - Tour del Piz Tri

Edolo / P.Fletta / Brunò / Vent / C.Landò / Piz tri / B.te Faeto / Edolo

33km
6:30 h
Difficile

Grandioso itinerario, impegnativo ma di grande soddisfazione, che raggiunge la panoramicissima vetta del Piz Tri (2310 m). Dalla cima lo sguardo spazia a 360°, con magnifiche viste sui gruppi montuosi di Monte Rosa, Bernina, Ortles Cevedale, Adamello. Il tracciato si snoda in buona parte su strade e mulattiere della Grande Guerra, lambendo anche alcune postazioni difensive recentemente riadattate; numerosi gli alpeggi, le malghe e le baite attraversate dal percorso ad anello intorno alla dorsale del Monte Faeto.

Dettagli percorso

  • Periodo consigliato: giugno / ottobre
  • Lunghezza: 33 km.
  • Dislivello in salita: 1.935 mt.
  • Tempo medio di percorrenza: 6.30 h.
  • Asfalto: 26%
  • Sterrato: 38%
  • Mulattiere: 7%
  • Single Track: 25%
  • Difficoltà: alta
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Descrizione percorso

Partendo da Edolo, nei pressi del parcheggio della stazione ferroviaria e del polo scolastico, dirigendosi verso ovest si imbocca la via a fianco del Piazzale Brigata Alpina Orobica (piazza mercato coperta) alla volta della salita al Passo del Faet percorrendo una strada asfaltata all’ombra dei grossi castagni. Giunti al passo a quota 1.200 m si prosegue in discesa verso la frazione di Loritto per circa 500 m fino alla prima deviazione sulla destra dove si abbandona definitivamente l’asfalto e attraversando gli alpeggi di Pra del Bis,  Vederdei e Campaccio con l’alternarsi  di un paio di salite impegnative e altrettante discese si taglia tutto il versante est della montagna sino a raggiungere la frazione di Lezza. 
Lasciandosi alle spalle il piccolo agglomerato di baite e villette di montagna, bisogna subito scalare marcia e a testa bassa iniziare la vera ascesa alla vetta, grazie al fondo cementato e con il giusto passo si raggiunge la magnifica conca dei Fienili di Vent, dove una sosta è d’obbligo per recuperare un po’ di energie, per fare l’ultimo rifornimento di acqua e per godere dello splendido panorama che si apre sulla media valle. 
Da qui il paesaggio inizia nuovamente a cambiare, le foreste di conifere lasciano posto ai radi boschi d’alta quota, che ci accompagnano sino a Malga Campello di Landò; lasciandoci alla nostra sinistra la strada per la malga iniziamo la parte conclusiva della scalata, la strada diventa via via una vecchia mulattiera militare sempre più stretta, divorata dai ciuffi erbosi e dai rododendri, tipici dei pascoli d’alta quota, dove a causa della presenza di pietre smosse e di tratti di sentiero scavato sarà difficile proseguire in sella per tutti i 300 metri di dislivello che conducono sulla cima. 
Il suggestivo panorama, la pendenza non eccessiva della mulattiera militare e l’attenzione rivolta alla ricerca di qualche animale selvatico, che facilmente è possibile avvistare fra queste indisturbate praterie vengono a nostro favore e ci aiutano a raggiungere la vetta serenamente nonostante la fatica nelle gambe inizia a farsi sentire. 
Parcheggiando la bici a poche decine di metri dalla vetta si guadagna a piedi la croce posta in sommità alla cima del Piz Tri (2.308 m). Da qui si può godere di un panorama spettacolare su tutta l’alta Valle Camonica e non solo, se la giornata è quella giusta la veduta a 360 gradi ci consente di spaziare dalle prealpi bresciane, alle Orobie, alla vicina Valtellina sino ai ghiacciai del Bernina, ammirando la Concarena, il Badile Camuno, il gruppo dell'Adamello, il gruppo del Baitone e le cime del gruppo Ortles-Cevedale. 
Doveroso è osservare che anche su questa cima e lungo tutto il crinale di discesa i segni della storia sono molto evidenti per la presenza di trincee e resti della Terza Linea difensiva.
La discesa è un  infinito single track, più di 10 km di puro divertimento; per un primo tratto si ripercorre a ritroso la mulattiera militare di salita sino al primo incrocio,  dove proseguendo dritti si imbocca il sentiero CAI non troppo impegnativo che ci permette di perdere quota velocemente attraverso ampie radure e stretti tornanti raggiungendo così la fascia boschiva. In questo tratto bisogna prestare attenzione agli escursionisti che risalgono il sentiero e alla segnaletica vista la presenza di molte diramazioni  sino ad intersecare in localita baite Brunò una prima strada sterrata che proviene dal passo del Faet, che però abbandoniamo quasi subito girando a sinistra prima del gruppo di baite, continuando per il sentiero. 
Da qui il single track si fa più impegnativo, le pendenze aumentano e la presenza di radici, foglie e il fondo a tratti pavimentato con grossi massi scivolosi richiedono buone capacità tecniche di guida costringendoci a stringere i denti fino a Edolo. Queste ultime discese sono interrotte da brevi tratti su strade sterrate che volendo rappresentano una ancora di salvezza per chi ha esaurito le energie, in quanto consentono di abbandonare i duri sentieri ed imboccare in più punti la strada asfaltata percorsa in salita.